La storia narrata è quella dell’autrice: la bambina che viveva all’ombra del fascino del fratello più grande e nell’ombra del dolore, perché questo fratello era malato e presto la stessa malattia progressiva attaccava anche lei. La storia parte da una famiglia ma si svolge in una collettività a tratti molto ampia. Ne è teatro un quartiere di Sesto San Giovanni, animato da amicizie e da straordinarie esperienze di impegno sociale, che a partire dall’inizio degli anni Ottanta hanno fatto nascere servizi comunitari, educativi, di lavoro che hanno coinvolto anche l’autrice. Quest’ultima infatti ha vissuto a lungo, insieme al fratello, in comunità gestite da cooperative che via via, mentre cambiavano le politiche sociali, andavano trasformandosi da iniziative spontanee e volontarie in imprese che facevano i conti con esigenze di budget, gare d’appalto, problemi organizzativi, dinamiche di potere. Il libro tratta con la lucidità e l’altezza di un piccolo classico temi universalmente umani – la speranza e la disperazione, la felicità e il dolore, il corpo e la malattia, l’amore e l’abbandono, la solidarietà e il potere, la vita e la morte – e chiunque vi si rispecchierà per l’essenziale. |
Gabriella Di Lella, oltre che autrice, è anche il principale argomento del libro che hai in mano. Se vuoi sapere chi sia non hai che da leggere. Gabriella Di Lella è socia dell’Aisa, Associazione Italiana per la lotta alle Sindromi Atassiche (www.atassia.it). Ha molto vissuto ma scritto relativamente poco. Questo è il suo primo libro. |